MIGRAZIONI. LA TRATTA DEL XXI SECOLO

MIGRAZIONI. LA TRATTA DEL XXI SECOLO

Disperazione! Disperazione di chi, in fuga dalla guerra, dalla dittatura, dalla fame e da ogni tipo di vessazione, decide di affrontare il mare per raggiungere lidi di serenità … Di VITA.

E’ questo il nuovo business della criminalità organizzata che, immemore della fine della schiavitù nel non lontano XIX secolo, vivifica quella che, a tutti gli effetti, pare essere una vera e propria disposizione della specie Homo Sapiens Sapiens, più homo e meno sapiens quando a prevalere è il desiderio di pochi di dominare tanti, solo ed esclusivamente per una personale elevazione materiale. Il dio-denaro, ancora una volta, primeggia al di sopra di ogni valore, etica, amore e compassione umana.

Forse in pochi associano il fenomeno migratorio a quello di “tratta di esseri umani”, di fatto è più facilmente rintracciabile il concetto di “invasione”! Invasione di  migranti pronti a sbarcare sulla “nostra terra” per trafugare le poche briciole sulla nostra tavola, sotto forma di lavoro e risorse economiche.

Vogliamo dunque fare luce sulle verità negate alla nostra conoscenza.

La disperazione, che solo in una seconda fase anima il moto migratorio, è prima intercettata da racconti di storie meravigliose e di sicure opportunità di vita nell’oltremare, nella fantomatica “terra promessa”. Questa “terra promessa” ha ovviamente un costo, quello per garantire un viaggio sicuro che traghetterà donne, uomini e bambini verso la tanto agognata meta. E’ proprio questo costo, spesso elevatissimo (si va dai 1500 ai 3000 euro e più), derivante dai sacrifici di intere famiglie, il fine ultimo di chi trasforma la disperazione in rendita. A questo, in un climax di umana recrudescenza, possono seguire o accompagnarsi sfruttamento sessuale, sfruttamento del lavoro e vendita di organi.

Tutto il resto si conosce, è davanti ai nostri occhi, ogni giorno.

Il mondo associazionistico cerca di fare il possibile per un’accoglienza dignitosa e guidata da uno spirito di compassione e rispetto dei diritti che tutti, in quanto esseri umani, dobbiamo vederci riconosciuti, a prescindere dai confini territoriali. Il Vides, attraverso “Don Bosco Island” e la presenza dei gruppi locali in tutta Italia, opera in questo senso, ma con l’idea che l’accoglienza non possa bastare.

Proprio da questo seme di consapevolezza sta germogliando “UOMINI NON SCHIAVI: STOP AL TRAFFICO DI ESSERI UMANI”, un progetto pilota, rivolto alla popolazione etiope, ma con la vocazione di estendersi a quanti più paesi possibili del continente africano, che nell’informazione, circa la vera natura dei “viaggi della speranza”, riconosce il nodo dell’ intricata matassa del traffico umano organizzato. Promuovere la conoscenza e la consapevolezza del reale pericolo di vita che il viaggio riserva agli speranzosi migranti è, però, solo l’inizio di un progetto destinato ad evolversi attraverso la creazione di concrete possibilità di vita in loco, con piani di sviluppo sostenibili che restituiscano alle popolazioni in fuga le risorse materiali e intellettuali attraverso cui essere protagoniste della propria crescita e realizzazione.

Questo è solo l’inizio, seguiteci … Il bene comune parte da ognuno di noi!