TUNISIA… TERRA DI PASSAGGIO. TESTIMONIANZA DAL CENTRO DI ACCOGLIENZA DI TUNISI

TUNISIA... TERRA DI PASSAGGIO. TESTIMONIANZA DAL CENTRO DI ACCOGLIENZA DI TUNISI

Vi abbiamo già parlato dell’instancabile lavoro nel Centro di Accoglienza di Tunisi. La Tunisia, in questo momento storico di intenso spostamento di uomini dal Sud verso il Nord del mondo, è approdo di disperati in cerca di possibilità e, sopratutto, di una porta d’accesso per l’Europa. E’ qui che il VIDES, attraverso il Centro di Accoglienza delle FMA di Tunisi, offre accoglienza, informazione sui rischi del viaggio in mare, socializzazione e formazione; il tutto è finalizzato all’inserimento socio-culturale e lavorativo nella città stessa. Il tutto è finalizzato a salvaguardare la vita.

Pensiamo che le parole che seguiranno, quelle delle nostre sorelle di Tunisi,  siano le uniche a poterci accompagnare nel viaggio della conoscenza di questo fenomeno, alla scoperta dell’altro, in una realtà fino ad oggi lontana e sconosciuta che, all’improvviso,  è esplosa nella nostra vita destabilizzandoci, confondendoci, rendendoci insicuri e paurosi. Queste parole ci aiuteranno a capire quanto la speranza di una vita migliore sia ciò che tutti condividiamo, a prescindere dalla nazionalità, colore o credo … Ci aiuteranno a capire quale ruolo dobbiamo e possiamo avere nella ricerca di una soluzione.

“La nostra comunità delle Figlie di Maria Ausiliatrice si trova ogni giorno di fronte al grande problema delle migrazioni africane verso l’Europa. Come gli altri paesi del Maghreb, la Tunisia è un corridoio di passaggio per raggiungere questo scopo. La gente arriva in camion dal deserto del sud nella speranza di essere in grado di raggiungere l’Europa attraverso il Mediterraneo. Negli ultimi due anni il problema è cresciuto in modo esponenziale. Ciò che fino a circa un anno fa avveniva clandestinamente, ora accade sotto gli occhi di tutti pubblicamente. Il mare è la via per vivere, per tirare avanti …

Qui siamo tutti costretti a riconoscere la nostra impotenza di fronte a questo flagello, qualunque sia l’azione messa in campo. Quando i migranti giungono qui spesso è troppo difficile riuscire a fermarli dall’attraversare il mare, convincerli di cambiare idea. La vergogna di tornare a casa sconfitti è un elemento determinante. Il sogno di una vita più facile, migliore, con possibilità risulta più forte.

Questo problema interessa un intero continente, a causa della gestione a monte dei paesi di origine. Per questo stiamo lanciando un grido di dolore:

‘Facciamo tutto quello che è possibile per salvare queste persone da una morte quasi certa per annegamento e da una vita comunque di miseria e insicurezza. Non lasciamoli andare’.

L’Europa è divenuta la meta di un fenomeno di massa, sulla base del falso sogno di una vita migliore, un’Eldorado inesistente. Coloro che lasciano i paesi africani, per la stragrande maggioranza della gente, non sono veri rifugiati, ma qui arrivano persone dalle nazionalità più disparate e tutte, tutte sono minacciate da violenza, guerre, discriminazioni, persecuzioni e povertà estrema. Sono persone che sognano una vita migliore. Che illusione! Al loro arrivo, se riescono ad attraversare il mare, verranno accolti in un centro di accoglienza, con il minimo per la sopravvivenza e in una condicione di continua incertezza sul proprio destino. Attualmente, con l’afflusso di rifugiati da guerre e bombardamenti come in Siria e Iraq, l’Europa respinge quelli che vengono considerati rifugiati economici, provenienti dall’Africa. Quindi il viaggio è una vera illusione!

La stampa internazionale riporta regolarmente i drammi che avvengono nella costa settentrionale del Mediteraneo, Lampedusa e Sicilia per esempio. Quanto succede nella costa meridionale in generale e sulle spiagge della Tunisia, in particolare, viene assolutamente ignorato. Molte barche sono in difficoltà non appena lasciano il porto di Sfax, appena al di là del confine  … Quando possibile, sono salvati dalla guardia costiera locale, trasferiti in un centro di Sfax e rispediti nei loro paesi. I corpi senza vita, invece, vengono sepolti in una fossa comune, coperti solo da lastre di cemento … senza nome, identità, lontano dalle famiglie. Questo si ripete ogni giorno.

Secondo le statistiche, l’Africa è il primo paese per traffico di esseri umani. I numeri sono spaventosi e superano lo schiavismo di 2-3 secoli fa. Come può un continente crescere senza la sua popolazione? Quale futuro potrà mai esserci per le future generazioni? Cosa fare per far si che non ci sia più chi è costretto ad andare via alla ricerca di una vita migliore? Noi stiamo lavorando per questo, per costruire qualcosa qui … Le parole di un giovane sahariano detteci qualche giorno fa sono, in questo senso, davvero emblematiche e significative: ‘Prendiamoci carico di ciò che noi siamo, prendiamoci carico della nostra realtà africana, siamo responsabili e fieri. Costruiamo l’Africa in Africa!!!’ “

 Le figlie di MAria Ausiliatrice di Tunisi