
“Finché l’uomo sfrutterà l’uomo, finché l’umanità sarà divisa in padroni e servi, non ci sarà né normalità né pace. La ragione di tutto il male del nostro tempo è qui.” Pier Paolo Pasolini
170 mila nel 2014 , 153 mila nel 2015 . Solo in Italia. Queste le cifre, relative agli ultimi due anni di sbarchi di migranti, diffuse dall’Associazione Carta di Roma. Parliamo di persone, non di numeri. Sono uomini, donne, bambini in fuga dai propri paesi. Tra questi, non è la Siria a detenere il primato. Lontano dalla comune percezione, il maggior numero di persone a raggiungere le nostre coste è africano. Corno d’Africa in testa. Se lo guardassimo dall’alto, questo enorme paese apparirebbe come una placca attraversata da un flusso di magma umano in movimento continuo, e all’interno dello stesso continente e verso l’esterno.
Una riflessione sul perché, sul perché proprio l’Africa, non avrebbe grosse difficoltà a rintracciare anche sommarie motivazioni: povertà, mancanza di libertà politiche, sociali, limitato o nullo accesso all’istruzione, violenza, guerre … Potremo continuare all’infinito. C’è però un aspetto, poco o per nulla contemplato in questa riflessione. In uno scenario in cui a prevalere è quella che più comunemente definiamo “guerra tra poveri”, accade che per facili guadagni gli schiavi della povertà cerchino di affrancarsi divendo essi stessi “padroni”o”mercanti”. Mercanti di esseri umani.
Un vero e proprio “raket”, dalla lunga filiera, in cui le vittime diventano carnefici. Poveri contro poveri strumentalizzati dalla manus longa di un potere con radici che son rami, non piantate sotto terra ma trionfanti in alto, molto in alto. Fino a giungere agli ultimi tra gli ultimi: quelli che che muoiono in mare, se ci arrivano, passando attraverso un lungo cammino in cui si sovrappongono violenze, abusi, prostituzione, vendita di bambini e organi.
Adescare è relativamente semplice. Connazionali che “vanno a giro” per villaggi raccontando favole sulla possibilità di conquista di una nuova vita, in altri paesei (Europa) in cui un affrancamento dalla povertà sarà garantito per se e per i propri figli.
E’ qui dunque che deve costruirsi una prima risposta. Ed è da qui che il VIDES è partito con il progetto “Uomini non schiavi. Stop al traffico degli esseri umani”. Avviatosi ormai da quattro mesi, vogliamo condividere con voi i primi passi verso questo lungo cammino alla conquista della “libertà”, della consapevolezza e della costruzione di opportunità in quelle terre d’appartenenza che rappresentano la vera e sola “terra promessa”.
Veniamo ai fatti:
In questi primi mesi, lo staff del progetto, con sede centrale ad Addis Abeba presso il PDO – Planning Development Office – dell’Ispettoria salesiana, ha predisposto ed avviato le attività di informazione e sensibilizzazione su tutto il territorio nazionale etiope:
- Sono stati contattati tutti gli attori coinvolti nel programma : diocesi e centri educativi e di promozione sociale (attraverso i quali saranno realizzati gli incontri di sensibilizzazione); attori governativi e non; associazioni; organizzazioni nazionali e internazionali impegnate nella lotta al traffico di esseri umani.
- E’ stata avviata, nella diocesi di Adigrat, la formazione dei coscientizzatori. Figure chiave per veicolare i messaggi della “campagna” tra la popolazione locale.
- Sono stati elaborati e stampati in amarico, oromo, tigrino e nelle lingue minoritarie anuak e nuer per la popolazione che vive nella regione del Gambella, 1.500.000 brochure, 140.000 volumi informativi e 100.000 poster da distribuire e affiggere nei villaggi.
- E’ stato prodotto in lingua amarica un video di informazione e sensibilizzazione con le testimonianze delle persone che hanno vissuto l’esperienza della migrazione clandestina e che sono rientrate in Etiopia.
- In fase di ultimazione è il sito internet dedicato al progetto, www.humansnotslaves.com. Qui sarà possibile consultare tutto il materiale elaborato in sede progettuale, oltre ad articoli e testimonianze relative al fenomeno della tratta di esseri umani e ulteriori contenuti formativi/informativi sia a carattere nazionale che internazionale.
Tutto è pronto per l’avvio della “campagna” vera e propria, previsto ufficialmente tra poche settimane con lo scopo, lo ricordiamo, di informare e sensibilizzare potenziali migranti sui rischi legati all’immigrazione clandestina e sulle reali prospettive dei paesi di accoglienza, sia in termini di lavoro che di condizioni di vita in generale.
L’informazione e la consapevolezza sono, secondo il VIDES, strumenti indispensabili per ridurre al minimo esodi sciagurati e incontrollati se non da impietosi trafficanti che, come sciacalli, lucrano sulle altrui sventure.
Un lungo cammino che necessita del supporto di tutti.