Là, dove l’istruzione al femminile è più difficile.

Là, dove l'istruzione al femminile è più difficile.

Sono 130  milioni le bambine e le ragazze che, ad oggi, non possono andare a scuola. Non pare contare la certezza che l’istruzione sia l’arma più potente per combattere la povertà. L’associazione ONE rende nota una tristissima realtà nel report “The toughest places for a girl to get an education”, in cui mette nero su bianco i 10 Paesi in cui l’accesso all’istruzione risulta più difficile, soprattutto per bambine e ragazze.

In cima alla classifica troviamo il Sud Sudan, con il 73% delle bambine che non hanno accesso alla scuola primaria. Il giovane Paese, segnato da una profonda crisi economica e da continui conflitti armati, destina all’istruzione solo il 2,6 % del proprio budget annuale.

A seguire troviamo la Repubblica Centrafricana, il Niger, l’Afghanistan, il Ciad, il Mali, La Guinea, il Burkina Faso, la Liberia e l’Etiopia. Nella Repubblica Centrafricana è presente un solo insegnante ogni 80 alunni (la media europea è di 1 a 15), in Burkina Faso il 17% delle ragazze tra i 15 e i 24 anni non sa leggere. In Liberia circa due terzi delle bambine non vanno a scuola. L’Afghanistan risulta il Paese con la più alta disperità di genere per accesso alla scuola primaria: 71 bambine su 100 maschi.

L’Africa ottiene il triste primato con 9 Paesi su 10. Il denominatore comune, oltre l’estrema povertà e la presenza più o meno costante di conflitti in essere o appena conclusi, è la precocità dei matrimoni per bambine e ragazze: più della metà di esse si sposa prima dei 18 anni. Questo incide pesantemente sulla carriera scolastica, poiché le ragazze hanno di fatto il 57% in meno di possibilità di portare avanti gli studi rispetto ai ragazzi.

La questione di genere segna ancora oggi i destini delle persone, soprattutto là dove la povertà riduce ogni margine di autodeterminazione possibile solo attraverso la conoscenza, lo studio, l’istruzione. In una parola la scuola.