
Juba, Sud Sudan. Sono dappertutto. Lungo le strade, avviluppate tra i cespugli, nelle buche scavate dalle piogge tropicali, ammassate tra le pseudo-case di lamiera. All’imbrunire, i falò, nel tentativo di eliminarle alla vista, rimpiazzano la luce del sole e le riversano nell’aria, corrompendola, intossicandola. Sono le PLASTICHE. Quelle utilizzate per la vendita al dettaglio di benzina, alcol, aceto, olio di semi e, soprattutto, acqua.
In una città senza acquedotti, le bottiglie di plastica non sono un lusso ma una necessità. A Juba, la capitale, è emergenza. Un milione di bottiglie utilizzate ogni giorno e nessun luogo per gettarle. Un incubo ecologico, un’ipoteca sul capo delle nuove generazioni.
Juba produce 129.210 tonnellate di immondizia all’anno che, con un solo inceneritore che copre a stento 150 tonnellate di immondizia al giorno, per oltre la metà resta lì dov’è: a bordo strada, lungo la riva del fiume, davanti alla porta di casa. La plastica è il rifiuto più consistente, si decompone lentamente contaminando terra e acqua, uccidendo letteralmente molte specie animali fino a raggiungere l’ultimo anello della catena alimentare. L’Uomo.
In questo arido scenario, germoglia un’idea … E germoglia da un seme speciale, quello di una storia. Non di quelle inventate, le favole. Cioè, bella come una favola ma vera!
Una capra, tanta plastica e una casa
“C’era una volta … – Un re! – diranno subito i miei piccoli lettori. No, ragazzi, avete sbagliato”. C’era una volta una capra. Non di quelle dispettose che sradicano le piante ma di quelle che – sentite bene – regalano un latte d’oro. D’oro, si! Perché in Sud Sudan, il Paese con una crisi alimentare tra le più forti al mondo, quel latte è una risorsa alimentare preziosissima. Una fonte nutrizionale unica.
Un giorno, misteriosamente, la capra viene trovata senza vita. Sr Lourdes, una suora tutta energia e determinazione, di quelle che in missione fanno pure i miracoli, non si rassegna e vuole capire il perché.
Della capra, allora, si apre lo stomaco e, come nelle più tristi immagini che le associazioni ambientaliste ci mostrano negli ultimi tempi, quello che ci si trova non è cibo ma …PLASTICA.
All’improvviso, un problema, che pareva interessare solo il campo visivo, irrompe nel tessuto quotidiano, intaccando in modo diretto una tra le più importanti risorse alimentari e, per ciò stesso, di vita.
Volendo rimpiazzare la tristezza e la disperazione con una soluzione, sr Lourdes ricorda di aver letto sul web di case costruite interamente con la plastica. La connessione è subito fatta: smaltire i rifiuti di plastica attraverso la costruzione di case da donare alla gente di strada o stanziata in baracche di lamiera.
Raccogliere bottiglie, riempirle di sabbia e, con l’ausilio di fango e cemento, costruire tante case, per più famiglie possibile. E non si pensi che siano “case giocattolo” proprio perché di plastica (!). Siamo infatti davanti ad abitazioni confortevoli, antiproiettile, antisismiche, resistenti agli incendi e con capacità di mantenere costante la temperatura a seconda delle stagioni.
Ripulire l’ambiente, dare una casa alla popolazione, amare e avere cura della vita. Tutta.
La più bella delle favole è invece una storia vera!!!
Se anche tu vuoi prendere parte a questa bella storia, puoi contribuire alla realizzazione di una casetta. Il costo stimato di ogni abitazione è di 1000 euro. La tua libera offerta sarà preziosa per l’ambiente, le persone. La vita. Grazie!!!
Puoi fare una DONAZIONE ON-LINE oppure tramite c/c postale o bonifico bancario ( specificando nella causale: donazione per una casa di plastica riciclata)