SUD SUDAN. UN ANNO DALL’AVVIO DEL PROGETTO SU SOSTENIBILITÀ ED EMPOWERMENT FEMMINILE: I PRIMI RISULTATI.

SUD SUDAN. UN ANNO DALL'AVVIO DEL PROGETTO SU SOSTENIBILITÀ ED EMPOWERMENT FEMMINILE: I PRIMI RISULTATI.

E’ trascorso un anno dall’avvio del progetto “Women empowerment e sviluppo agricolo sostenibile per il raggiungimento della sicurezza alimentare in Sud Sudan”, destinato a 150 donne dei distretti di Gumbo, Sirikat, Jebel lemon, Adodi, con il fine di aumentare e diversificare la produzione agricola, introdurre pratiche di allevamento sostenibile e incrementare la formazione, la produzione e la commercializzazione dei prodotti agricoli.

Un progetto importantissimo e dalle lunghe vedute che, attraverso un approccio multidisciplinare – agronomia, ingegneria energetica, pedagogia etc , vuole  far germogliare in loco una cultura della sostenibilità sia dal punto di vista delle risorse materiali che umane _ la formazione, infatti, riveste, su chiara impronta salesiana, un’importanza primaria per il VIDES.

Difficoltà e successi, come in ogni grande sfida, si sono susseguiti rilasciando però un dolce sapore, quello della gioia nel veder germogliare il frutto di un impegno condiviso da tanti: VIDES, patners e beneficiari. Di seguito elenchiamo alcuni dei principali conseguimenti:

  • Corso di formazione  per 150 donne, con rilascio di certificazione finale, su tecniche  di compostaggio e agroecologia. Corso propedeutico di alfabetizzazione per 45 donne completamente analfabete.
  • Realizzazione di un’area di sperimentazione delle nuove tecniche apprese: circa 10 ettari sono stati adibiti per far si che le  donne, supportate da docenti e assistenti, abbiano potuto mettere in pratica le conoscenze apprese e raccogliere, a distanza di un anno, il frutto del proprio impegno: la raccolta di ortaggi freschi capaci di arricchire la dieta quotidiana è stata fonte di grande gratificazione per le donne, alcune di esse hanno potuto rivendere al mercato i prodotti in eccesso rispetto all’autoconsumo familiare.
  • Assegnazione di 150 lotti di terreno (120 m²), uno per ciascuna donna ( con contratto d’uso per tre anni), all’interno del compound stesso per scongiurare i furti dei prodotti agricoli molto frequenti nella zona. L’assegnazione di un terreno proprio è stato un incentivo molto forte per le donne: tutte hanno lavorato e lavorano con impegno, affiancate dagli assistenti e supportate da attrezzi agricoli e sementi.
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  • Realizzazione di nuovi pozzi e relativi sistemi di pompaggio: sono stati costruiti 4 nuovi pozzi persso i villaggi di Gumbo, Sirikat, Jebel Lemon, Adodi. Il primo pozzo ad essere stato realizzato è quello di Gumbo. Il pozzo è stato costruito nelle vicinanze dei lotti individuali assegnati alle beneficiarie, così da permettere loro di usufruire di acqua per irrigare le proprie coltivazioni ed imparare a gestire autonomamente sia il terreno che le risorse idriche a disposizione.
  • Creazione di 4 Comitati per la gestione e manutezione degli impianti: in ognuno dei villaggi beneficiari dei nuovi impianti, è stato formato un Comitato responsabile della gestione e manuntenzione del pozzo e degli interventi necessari a mantenere l’acqua potabile  e non contaminata.
  • Formazione sull’uso corretto e sostenibile delle risorse idriche, sia dal punto di vista ambientale che igienico sanitario.
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  • Costruzione di un ricovero per animali e predisposizione della formazione sulle “buone pratiche di allevamento”, da conseguirsi nella seconda annualità.
  • Costruzione di un magazzino per lo stoccaggio dei prodotti coltivati dalle donne
  • Creazione di un’unità di trasformazione dei prodotti: laboratorio destinato alla lavorazione e trasformazione dei prodotti.
  • Realizzazione di seminari di riflessione sulle problematiche del mondo contadino. Il primo seminario è stato un grande successo, ha visto infatti la partecipazione di 461 persone tra donne beneficiarie, comunità locale, rappresentanti di autorità locali etc.
  • Campagna di educazione igienico sanitaria e nutrizionale presso le famiglie dei villaggi, l’IDP Camp ( campo profughi) e 5 scuole della zona.