
La rimodulazione dei progetti di servizio civile, dovuta all’emergenza corona virus, ha previsto, in alcuni casi, che i nostri volontari andassero a supportare il prezioso lavoro sul campo di molti enti e associazioni in favore dei cittadini più fragili e a rischio.
Ascoltiamo l’esperienza di Donatella Potente, originariamente impegnata nel Progetto Esperin ma attualmente attiva con la Protezione Civile del suo comune, Colleferro.
Quando ho scelto di fare domanda per il Servizio civile di certo non mi sarei aspettata una pandemia a livello globale, però è successo e bisogna prendere quel che c’è di buono in una situazione tanto assurda e triste. Non nego che mi mancano tantissimo i bambini della scuola dell’infanzia dove prestavo servizio prima della quarantena, mi mancano le loro urla gioiose, i loro capricci, i loro sorrisi, il loro modo di giocare, insomma tutto! Fa strano pensare che quando li rivedremo a settembre saranno più grandi, più alti, più maturi… Cresceranno e sarà come conoscere nuovi bambini. Ma come detto bisogna prendere in considerazione le cose positive e farne tesoro.
La rimodulazione dei progetti mi ha portata a fare un gemellaggio con la Protezione civile del mio paese e che esperienza bellissima si sta rivelando! Tutti i volontari mi hanno accolta a braccia aperte, mi hanno fatta sentire subito parte della loro squadra, non mi sono mai sentita fuori posto. Sono persone straordinarie e grazie a loro e a quest’esperienza sto vivendo nuove avventure, sto riscoprendo la bellezza del mio paese (a cui prima “non avrei dato una lira”) e delle persone che vi abitano. In questo periodo di quarantena ci occupiamo principalmente di sostenere le famiglie in difficoltà e lo facciamo donando loro pacchi alimentari donati dalla regione o dalla Comunità Europea, attraverso la raccolta di alimenti e altri generi di prima necessità presso i negozi che hanno aderito alla campagna proposta del “carrello solidale”; ci occupiamo di fare e poi consegnare la spesa alle famiglie contagiate dal Covid-19 e che sono quindi costrette all’isolamento, ma anche la consegna dei farmaci a persone che sono impossibilitate a uscire per provvedervi autonomamente.
Nel fare tutto ciò mi sono resa conto di quanto basti poco per aiutare gli altri, di quanto un semplice gesto o una semplice parola di gentilezza possano fare la differenza e di come siano le persone che hanno meno a donare di più per gli altri. I negozianti ci hanno raccontato che sono le persone straniere e quelle più in difficoltà a lasciare più soldi o beni di prima necessità nel carrello solidale e hanno così giustificato i loro gesti di solidarietà “noi sappiamo cosa significa avere fame, sappiamo che significa non avere nulla”.
Queste parole o il gesto di una signora venuta a ritirare il pacco alimentare che ci ha lasciato due buste della spesa riutilizzabili per chi non dovesse averle perché le aveva in più e riteneva potessero servire a qualcuno messo peggio di lei, mi hanno fatta riflettere su quanto ci sia ancora di buono e genuino nelle persone, che non bisogna mai dare nulla per scontato e che sono le persone ad avere meno che sono più disposte ad aiutare gli altri, che chi potrebbe permetterselo non lo fa, ma nonostante tutto c’è ancora speranza e bisogna aggrapparsi a quella per rendere il mondo un posto migliore!
Nel frattempo sto continuando a lavorare per i bimbi mandando loro video-ricette da riprodurre in autonomia con la supervisione dei genitori e quando mi mandano le foto e i video dei loro dolcetti e la loro felicità nell’averli fatti mi si riempie il cuore di gioia.
È proprio vero che l’anno di Servizio civile ti cambia la vita, te la riempie di gioia, di speranza e di bellezza e non sono neanche a metà anno!
Donatella Potente